Più della religione potè la ragione

Il tarantolismo, con il diffondersi delle idee illuministiche in Europa che spazzava via a partire dalle grandi città superstizioni, magie e comportamenti ad esse ispirati, cessa di essere una trasgressione sul piano dell’ortodossia religiosa e acquista sempre di più un interesse scientifico.

Più che la forza della religione, che pure condannava e puniva le danze oscene, fu quindi, la forza della ragione che emarginò e decretò la fine di tutta la cultura legata ai morsi della tarantola e ai suoi rimedi.

La prestigiosa Scuola Medica Napoletana dimostrò l’inconsistenza delle pretese guaritrici del tarantismo, facendo subito breccia nelle classi medio-alte e confinando di fatto le pratiche coreico-sessuali ai livelli più bassi della stratificazione sociale.

Nel mutato contesto culturale il tarantismo diventava tarantella, una danza nuova.

L’Illuminismo Napoletano ridusse il simbolo mitico-rituale della taranta a malattia nella mente dei dotti, ma negli strati più bassi della società si continuava, se pur dietro la nuova etichetta di Tarantella, a danzare alla vecchia maniera del tarantismo e dei rituali dionisiaci.

Il tasso di erotismo si mantenne alto nelle varie figure del ballo, anche quando esso fu inserito nelle manifestazioni di devozione all’interno di feste religiose.

Non a caso diversi studiosi hanno parlato di una doppia tarantella: orgiastica, coltivata e presentata perfino come spettacolo negli ambienti della prostituzione; ingentilita, arricchita non soltanto nei contenuti ma anche esteticamente e musicalmente. Solo questa seconda forma di tarantella era destinata a sopravvivere.

Essa recepiva elementi significativi di alcuni balli tipici della tradizione partenopea. Diventava danza folkloristica, proponeva contenuti legati con equilibrio e simpatia al tema del corteggiamento e del vino, pur senza rinunciare agli inevitabili riferimenti sessuali.

Il tarantismo fu sempre al centro dell’attenzione di due indirizzi di studio: quello musicologico prevalso nel periodo Umanistico-Rinascimentale, e quello medico, caratterizzato dagli studi effettuati tra Seicento e Settecento dalla Scienza Medica che, abbandonando l’interesse musicologico degli effetti della musica sul corpo e sulla mente umana cominciò ad analizzare e a svalutare il tarantismo, riducendolo a malattia e descrivendolo clinicamente.

Proprio tra Seicento e Settecento si registra la produzione più interessante di opere scritte sul fenomeno, grazie ad autori come Balivi o Serao, che isolando e spiegando le cause organiche della malattia che soffrono le “morsicate” aprono all’Illuminismo una stagione di ricerca nuova che rivaluterà il metodo Medico-Empirico.

Nel Seicento, Atanasio Kircher, un padre della Compagnia di Gesù che, oltre ad essere l’autore di un importante trattazione di musiche antiche, fu anche medico, matematico, fisico, ottico, microscopista, orientalista, fornì un compendio sulla magia naturale: Magia naturale depurata da ogni fermento pericoloso.

Kircher, era molto legato alla magia naturale poiché proprio tra Cinquecento e Seicento, con il recupero della classicità, con la sua straordinaria ricchezza di miti e racconti meravigliosi e la rivoluzione scientifica, si cercarono le cause naturali di tutti i fenomeni senza magia, poiché già nella natura si credeva ci fosse del meraviglioso.

Magia e stregoneria vennero naturalizzate e più tardi anche la medicina parteciperà a questi cambiamenti come scienza dell’uomo e dei suoi rapporti con la natura.

Kircher fu giudicato un visionario poiché ritenuto tendente alla ricerca di ciò che a quel tempo era considerato strano.

Per lui il tarantismo era cura soprannaturale, che aveva a che fare con le guarigioni miracolose, arte dei demoni, ossia cura della magia cerimoniale fondata su patti impliciti ed espliciti col demonio che comportano a volte l’ausilio della musica e prodigio naturale, guarigioni che la musica ottiene per vie naturali, come nel caso specifico del fenomeno del tarantolismo.

L’evento venne preso in considerazione dal Kircher sia in rapporto al magnetismo della taranta, come esempio di naturalezza, sia in base alla guarigione dei tarantati mediante la musica quale esempio di phonurgia iatrica o medicina musurgica, cause del mutamento di prospettiva che cominciò a svalutare il tarantismo.

Ne scaturì tra Seicento e Settecento un interesse medico sul fenomeno che si protrasse con Baglivi ed Epifanio Ferdinando, fino alla Scuola Napoletana di Corvello e Serao per contributi al Positivismo.